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Capitolo 4 - Happy Acqua

Mondulkiri: tra elefanti e polvere

Ebbene sì, abbiamo visto, toccato e lavato quattro splendidi elefanti, ma andiamo con ordine!

GIORNO UNO: il viaggio

Mentre scrivo stiamo in bus mentre il nostro fidato Sarin ci sta portando verso la prossima meta. Esattamente 7 giorni fa percorrevamo questa strada a ritroso per recarci nella città di Sen Monorom nella provincia di Mondulkiri, tappa finale della nostra collaborazione con GVC. Domenica mattina partiamo da Svay Rieng alle ore 10, che diventano facilmente 10:30 con i nostri tempi. Il programma prevede 5 ore di viaggio per la nostra meta con una tappa a metà viaggio in una città di frontiera con il Vietnam, dove ci rechiamo per rinnovare i visti. I 30 giorni di permanenza permessi dal nostro visto non ci basterebbero per finire il progetto che si protrarrà fino al 28 Febbraio. Arrivati a destinazione nove di noi si presentano all’ufficio di frontiera cambogiano che è un piccolo edificio con due sportelli, uno per le partenze e uno per gli arrivi, immaginatevi due e sportelli postali con tre/quattro impiegato dentro, solo senza l’edificio attorno. In pieno stile cambogiano ci mandano agli arrivi dove dobbiamo consegnare i passaporti per farci timbrare l’uscita dalla Cambogia prima di entrare in Vietnam. Tutto bene per otto di noi, Robin invece essendo cittadino Inglese e non della comunità europea ha qualche problema, non sanno se il visto turistico vietnamita (gratuito per 15 giorni) per lui vale. Questo ci impone una pausa forzata di circa 30 minuti che sfruttiamo per maledire la Brexit ed i meccanismi che l’hanno generata! La notizia del lascia passare interrompe i sofismi di geopolitica e ci avviamo a piedi verso il Vietnam. Li prendiamo il visto vietnamita, aspettiamo circa il tempo di un caffè e due verticali e torniamo indietro, annullando il nuovo visto e rifacendo quello cambogiano. 30 dollari, una mezz’ora di attesa e abbiamo altri 30 giorni per goderci la Cambogia. Queste due ore di tempo perso, questo siparietto a tratti comico dentro e fuori due stati e questi 30 dollari che avrei speso più volentieri in spriz o noodles mi fanno capire e confermare l’inutilità di barriere e confini e il parossismo solo burocratico ed economico di visti e dogane che dividono, utili solo a chi vuole comandare (imperat dicevano gli antichi). Mi rendo anche conto dello squilibrio socio economico che regna nel mondo, io con i miei soldi occidentali e con il mio passaporto altrettanto occidentale posso entrare e uscire come mi pare, per me il confine di fatto è solo sulla cartina ma altre persone, nate in condizioni o luoghi diversi, questi confini li vivono sulla loro pelle e condizionano la loro vita. Questa ingiustizia brucia e Circo Inzir per me potrebbe nel suo piccolo essere un ponte ideologico attraverso questi muri, o almeno mi piace sperarlo. Con nuovi visti e stesse idee sulle barriere, ripartiamo per Mondulkiri arrivando all’ostello Route 76, nostra nuova casa per le prossime notti. Li ci accolgono Olmo, Andrea e Lavinia, i cooperanti di GVC che sono arrivati con un giorno di anticipo e Andrea, il proprietario della guest house e relativo ristorante italiano che dal 2019 ha aperto i battenti in questa città! Ci accoglie anche un vento fresco a cui non eravamo abituati qui in Cambogia e siamo tutti contenti di essere sfuggiti alla canicola cambogiana, almeno per ora! Alcuni di noi non resistono e sono felici di spendere un po’ di più per cenare con pizza, hamburger e carbonara veramente ottimi! Altri preferiscono approfittare degli altrettanto validi ristorantini tipici che si trovano a pochi minuti dall’ostello. Dopo cena alcuni di noi si intrattengono con Andrea (dell’ostello) che ci dà un ulteriore punto di vista sulla zona in cui siamo e sulla cultura locale in generale. Ci racconta di un suo sfortunato incidente che gli ha reso evidentissimi i limiti della sanità pubblica dovendo andare in taxi fino a Phnom Phen per curare una spalla rotta! Ci ha anche chiarito un meccanismo culturale che ci ha fatto comprendere molti episodi che ci sono accaduti, secondo lui qui non riescono bene a capire il rapporto causa effetto di scelte o decisioni, non prevedono i problemi e rimandano anche il problema più evitabile. Per farvi un esempio se al ristorante non capiscono cosa ordini non lo ammettono durante le ordinazioni e ti portano un piatto a caso, poi si scusano e magari te lo rifanno! Andrea dice che spesso ordina dai fornitori che per non ammettere di non avere le materie prime spesso fanno finta di niente fino al giorno della consegna in cui non ti mandano niente e poi si scusano. Questa cosa ci lascia un po’ basiti ma ci rendiamo conto che è giusto accettarla come parte di una cultura diversa dalla nostra, anche se quando al ristorante ordini per tre volte e alla fine ti arrivano comunque sempre delle cose a caso, un po’ ti girano! Altra conseguenza più grave di questa mancata previsione delle conseguenze è però la gestione del denaro. Andrea ci racconta che qui i terreni sono saliti di prezzo molto in fretta quindi molte persone si sono trovate mediamente benestanti. Molti però hanno cominciato ad investire e costruire case e attività senza prima fare preventivi e sapere quanto avrebbero realmente speso finendo prima i soldi dei lavori. Questo ha innescato un sistema di debiti e mutui che ha portato molte famiglie sul lastrico e molte persone ricche a diventarlo sempre di più comprando dalle banche immobili e case di persone indebitate o che non potevano più pagare le rate del mutuo. Questo unito agli affitti molto alti in confronto allo stipendio medio che qui è circa di 200 dollari al mese ha contribuito ad aumentare la differenza tra ceto medio alto ricco e classe proletaria molto povera. Il giorno dopo avremmo decisamente conferma di queste nuove informazioni!!

GIORNO DUE: la scuola nella giungla

Ci svegliamo accarezzati da una leggera brezza forza 6 (almeno) che ci sferza la faccia e lo spirito! Il vento tanto ben accolto la sera prima, oggi diventa un evidente problema! Per chi non fosse pratico di giocoleria ed arti circensi una piccola precisazione: una disciplina che si basa sul lanciare e riprendere più oggetti di stoffa (cappelli) o plastica (clave e diabli) richiede estrema precisione, se delle raffiche violente spostano l’oggetto lanciato riprenderlo sarà più difficile! Presa coscienza del problema comunque lo ignoriamo e partiamo carichi duri per lo spettacolo! Fuori dalla guest house ci aspetta il nostro consueto furgone e in aggiunta un pick up di GVC che carica una parte di noi felicemente nel cassone dietro. Circa in 40-50 minuti arriviamo alla scuola che si trova in una zona molto remota della Cambogia, un villaggio a pochi chilometri di giungla dal Vietnam, confine boscoso e minato dalla follia dell’uomo! L’istituto è ai minimi termini: tre classi, due bagni e pochi altri edifici di legno che fungono da magazzini o aule accessorie. Il cortile conta pochissimi alberi e terra rossa sottile quasi fosse polvere. Questa terra ci accompagnerà in futuro per molto tempo riempiendo e colorando vestiti e visi e mentre scrivo a più di 10 giorni di distanza ancora ne trovo nelle scarpe e nei ricordi. I bambini, circa 60-70, seguono le attività di GVC (approfondire) prima e l’intrattenimento di Isaac dopo sotto l’ombra dell’unico albero medio alto mentre noi montiamo lo spettacolo sotto il sole cocente del mezzogiorno e mezzo di fuoco. Il vento mitiga la temperatura ma il sole batte comunque forte e si fa sentire! La situazione è peggiorata dal fatto che questa terra è molto leggera e con le varie raffiche ci arriva in bocca, negli occhi e in tutta l’attrezzatura elettronica come mixer, microfoni e computer. Copriamo le cose, socchiudiamo occhi e bocca e iniziamo lo show alle 1330, orario un po’ infelice ma necessario per evitare che gli studenti lascino la scuola finite le lezioni, qui molto bimbi lavorano o aiutano a casa e la scuola finisce molto presto! Il vento non accenna a diminuire ne lo farà nei giorni successivi e la polvere alzata diventa un problema sia per noi che per il pubblico, fortunatamente le mani esperte dei più adulti cominciano a bagnare a terra lo spazio attorno a noi tamponando non di poco il problema. Capiamo immediatamente che qui i bambini sono molto carichi e reattivi, più che in altre parti. Ridono, si divertono e applaudono molto nonostante caldo e vento ci abbiano un po’ provati e lo spettacolo ci abbia rimesso un po’ in ritmo ed energia (ma non troppo, siamo pur sempre dei professionisti!). Al termine siamo molto contenti, noi e loro, e presa una piccola pausa per rifiatare, dissetarci e sciacquarci, iniziamo i laboratori! Vedendoli più da vicino ci rendiamo conto che qui le condizioni economiche e sanitarie non sono delle migliori, del resto è una provincia povera e poco densa di popolazione quindi la scuola e il villaggio sono abbastanza poveri. I bimbi sono una bomba di energia ma si notano le divise ed i vestiti logori, le ciabatte sfondate e alcune bocche che vorrebbero vedere un dentista al più presto. Questo però è compensato da ha coordinazione e capacità di apprendimento che ci sorprendono molto. Anche senza l’uso della parola riusciamo a spiegare i rudimenti di giocoleria e loro imparano subito. Guardano, capiscono e replicano in pochissimo tempo. Più di una o uno di loro farà qualche giro di palline o cerchi e qualche lancio di diablo o flowerstick. Anche i poi hanno un discreto successo mentre con grande dispiacere di Samanta per i piatti cinesi c’è decisamente troppo vento e rimangono in furgone. Dico ad Andrea che questi bimbi sono particolarmente bravi e mi risponde “Certo, se a otto anni devi schivare un serpente nella giungla vedrai che impari in fretta!” Questa frase a metà tra lo scherzo è la realtà mi riporta in fretta nel luogo in cui ci troviamo, unica dei villaggi più remoti di una provincia sperduta al confine col Vietnam, la strada che abbiamo percorso per arrivare dopo pochi chilometri letteralmente finisce e da lì solo giungla e piccoli villaggi! Alla fine del laboratorio un folto gruppo di ragazze rapisce la parte femminile di Circo InZir per una sessione di foto e saluti che fa commuovere molte di noi, anche perché ci viene domandato più volte quando torneremo ed è una domanda la cui risposta sicuramente è dolorosa per noi e per loro. Noi maschietti intanto mettiamo in ordine il materiale coperto di polvere rossa e scambiamo cinque e saluti con i bambini rimasti che rispetto alle femmine di qui sono più timidi e meno espansivi ma che comunque ci tengono a salutarci con molto affetto. Torniamo a casa stanchi, sporchi e felici per la giornata emozionante e molto intensa, doccia per toglierci la polvere di dosso e poi a cena con Andrea, Olmo e Letizia. Tra chiacchiere, noodles e zuppe né approfittiamo per far loro altre domande sugli usi e i problemi della Cambogia. Scopriamo tra le altre cose che qui c’è un forte problema dì alcolismo, di debiti e di violenza domestica che spesso viene minimizzata o normalizzata. Uno dei temi che GVC porta nelle scuole è proprio questo, prevenzione e denuncia delle situazioni critiche anche in famiglia. Ci informiamo anche sulla condizione della donna e ci viene detto che tutto sommato non è così male, spesso ci sono situazioni in cui per mantenere le apparenza si fa finta di essere sposati o cose simili ma a livello di parità di diritti e quant’altro c’è parità. Stanchi e soddisfatti andiamo a letto che domani si replica, altra scuola, altro spettacolo e altra polvere!

GIORNI TRE E QUATTRO: più scuola e meno giungla.

Nei due giorni successivi replichiamo lo schema già usato nel primo, spettacolo e poi laboratorio. Replicano nostro malgrado anche le condizioni meteo, vento a raffica e polvere in faccia!! La scuola del secondo spettacolo però è decisamente in condizioni migliori: più grande, più vicina alla città e con più studenti. Anche qui, vento permettendo, lo spettacolo funziona bene e riscuote il successo sperato, bambini e adulti contenti e affascinati. Lo stesso vale per il laboratorio che però, avendo più alunni, è un po’ più difficile da gestire ma alla fine riusciamo a insegnare qualche base di giocoleria e a far giocare per un paio d’ore i bambini della scuola. Stanchi e felici torniamo a casa e dopo una cena cambogiana e dei margarita, sempre cambogiani, andiamo a dormire. Il giorno dopo l’istituto in cui andiamo invece ci lascia a bocca aperta, è un complesso di più scuole che prende varie età e conta più di 1000 alunni in totale! Non tutti verranno allo spettacolo ma qui il pubblico è comunque molto numeroso e carico. Scegliamo uno spiazzo all’ombra di bellissimi alberi nel cortile tra i vari edifici scolastici, allestiamo e partiamo con lo spettacolo! Il tutto fila liscio, ormai abbiamo fatto molte repliche e lo spettacolo è ben rodato. Applausi che ci riempiono di felicità arrivano a valanga e la nostra emozione è molto forte. Dopo l’ultimo numero, l’ultimo inchino e le foto di rito iniziamo con il laboratorio! Qui i bimbi sono veramente molti e la situazione diventa subito molto allegra e colorata! Cerchiamo di girare tra i vari gruppi e far fare loro dei giochi che siano sia divertenti che propedeutici alle varie discipline. Anche qui imparano in fretta e in due ore vediamo già i primi giri di tre palline e i primi lanci di diabli! Finito il tempo a disposizione e dopo un’altra serie di foto e selfie torniamo a casa stanchi impolverati e felici! Questo era il nostro ultimo spettacolo con GVC che ringraziamo profondamente per l’aiuto ed il sostegno, pensiamo di fare altri show più nelle città con l’approccio un po’ pirata dell’arte di strada, del resto molti di noi sono buskers e siamo abituati a fermare le persone nelle piazze e situazioni più disparate, vogliamo provarci anche qui in Cambogia e vedere se l’approccio “street“ funziona anche qui! Ma prima di salutare Mondulkiri abbiamo in programma tre giorni di relax nella natura per visitare questa bellissima ma “sfortunata” regione!

CINQUE, SEI E SETTE: CASCATE, JUNGLA ED ELEFANTI

Nei giorni che ci rimangono da passare qui nella regione di Mondulkiri ci diamo all’esplorazione, la zona è infatti molto interessante dal punto di vista naturalistico! E quale mezzo migliore per muoverci in autonomia se non degli arrabattati scooter? Il primo giorno di tre passa visitando un parco nazionale con delle meravigliose cascate che ci rigenerano nel corpo e nello spirito, avevamo tutte tutti bisogno di un po’ di bellezza, un bagno o doccia naturale nel fiume e delle fresche birrette da bere ai piedi di una cascata di almeno 10-12 metri! L’acqua abbondante che scende tumultuosa lava via la polvere e la stanchezza dei giorni passati, lasciando però intatte gioia e felicità. Verso sera sempre in sella visitiamo un’enorme piantagione di caucciù Belga che è nella regione già dagli anni 20. Alberi in fila a perdita d’occhio ci danno una bella sensazione di ordine ma ci fanno anche riflettere sul consumo di suolo e sulla monocoltura, infatti la piantagione è veramente enorme e non lascia spazio a nessun altro albero e altra forma di vegetazione. I campi sono al confine col Vietnam e girando un po’ a caso e un po’ con cognizione geografica troviamo dei militari che stanno al “confine” e che ci rimandano indietro dicendo che la zona è minata! Noi ci fidiamo e ritorniamo da dove siamo venuti un po’ però scettici, infatti le strade sono ben battute e percorse anche dai trattori per l’agricoltura, dubito che sulla carreggiata ci siano ancora ordigni però probabilmente la vicinanza con confine fa si che non vogliano stranieri che si aggirano! Il panorama è comunque notevole e rientriamo verso casa dopo il tramonto! Il calare della notte ci rende evidente il fatto che a non tutti i nostri scooter funzionino i fari e questo un po’ ci complica il rientro ma con i nostri ritmi ritorniamo alla base sani, salvi e molto impolverati! L’indomani mattina partenza presto, ci vengono a prendere con pick up, il piano è una due giorni nella giungla tra trekking ed elefanti, andremo infatti a trovare gli animali salvati dallo sfruttamento dal “Mondulkiri project” (https://www.mondulkiriproject.org/). Questo progetto si occupa di salvaguardia degli animali e dell’ecosistema della regione da anni sotto attacco da parte delle politiche economiche del paese. La zona infatti ha subito più dell’ottanta per cento di disboscamento per poter vendere legname a Cina e Vietnam e poi mettere la coltivazione intensiva di turno passando da banane ad anacardi passando per la manioca e le palme da olio! Quando una coltivazione non serve o si vuole più spazio più qui è prassi incendiare il campo o la foresta per far largo al nuovo sfruttamento della terra. Durante il nostro trekking di 5-6 ore vediamo posti magnifici, ci tuffiamo in cascate bellissime e vediamo una giungla forte e rigogliosa ma vediamo anche campi a monocoltura e ci stupisce il fatto di vedere pochissimi animali, insetti compresi. Non si vedono quasi infatti uccelli o altri animali di sorta… Arriviamo stanchi e sudati alla guest house per la notte che è una bellissima struttura in legno immersa nel verde che ci offre una ottima cena tradizionale del luogo (buonissima la zuppa di bambù cucinata nel bambù) e delle comodissime amache per dormire. La nostra guida che ci ha accompagnato nell’escursione ci offre invece una lauta quantità di Happy Water, un distillato del riso che tiene fede al suo nome! Il dopocena passa così, tra cicchetti vari (noi ricambiamo con del vino e del whisky) e giochi di carte che ci vengono insegnati sul momento! Molto piacevole e rilassante, ci perdiamo in chiacchiere e discorsi ebbri di geopolitica fino a tardi e ci addormentiamo stanchi e brilli nelle amache. La mattina invece ci sveglia una nuova guida che si occupa degli elefanti del parco, questo infatti è un santuario che si propone di salvare gli elefanti che vengono sfruttati per vari scopi, dai tour con turisti in cui sono costretti a portare più persone e un baldacchino sulla schiena ai lavori di fatica nei campi o nella giungla per portare contrabbandare legname. Spesso per “addestrali” a queste mansioni vengono picchiati e vengono usati strumenti come pungoli e ganci attaccati alle orecchie. CI vengono date delle banane di cui vanno ghiotti e ci viene raccomandato di non portare cibo negli zaini e di non vestirsi di giallo perché questi animali sono molto intelligenti e hanno una leggera dipendenza per le banane! Ne incontreremo quattro, più o meno giovani e tutte elefantesse. Il parco sta cercando infatti qualche esemplare maschio per farle riprodurre ma non è affatto facile. A me personalmente questi animali hanno fatto un’impressione straordinaria. Molto docili e mansueti ti prendono le banane di mano usando la proboscide con una delicatezza e leggerezza sorprendente, capisci anche però la potenza e la forza di un animale di questa stazza, potrebbe lanciarti a metri di distanza senza sforzo, per fortuna non vuole! La pelle è ruvida e pelosa e infatti numerosi alberi eletti a gratta elefanti sono senza corteccia e semi abbattuti! Nel pomeriggio torniamo a trovarli per far loro il bagno nel fiume, parte importante della loro giornata fondamentale per la loro igiene. Alcune entrano spontaneamente e giocosamente mentre altre sono più restie e ci dicono le guide che non amano farsi la doccia, però noi armati di spazzolone e banane le laviamo ugualmente! Verso sera ci riportano in città e salutiamo così elefanti, giungla e questa regione così ricca e rigogliosa ma così sfruttata dall’uomo da essere ormai molto provata. Senza un cambio di direzione deciso e conservativo tutta questa zona sarà presto completamente disboscata e data in mano a grandi conglomerati finanziari per essere sfruttata e spremuta a fondo. Speriamo vivamente che questo non succeda e che altri progetti come il Mondulkiri Project aiutino a preservarla anche se la direzione che sta prendendo ormai da anni la politica cambogiana non ci conforta affatto. Il giorno dopo carichiamo il furgone e scendiamo dalle montagne per tornare verso la capitale, Phnom Phen, una delle nostre ultime tappe, ma non senza fare una tappa intermedia per visitare la città di Kampong Cham e il suo bambù bridge, città in cui speriamo di poter “improvvisare” uno spettacolo in strada e vedere come reagisce il pubblico di qui ad una proposta del genere, ma questo è un altro capitolo! Per ora con Mondulkiri ci salutiamo, questa regione ci ha dato tantissimo nel breve tempo in cui ci siamo stati e con le sue scuole, la sua polvere e i suoi elefanti ci seguirà per parecchio tempo nei ricordi e nel cuore. A presto dal sempre vostro e sempre più nostalgico Mr. Nokia, alla prossima puntata. Stay Tuned!